“Vorrei ma non ho tempo”, “mi manca il tempo di fare…”, “eh sì, se avessi tempo”.
Quante volte abbiamo detto almeno una di queste frasi? Io, per quanto mi riguarda, ho smesso di contarle, sono veramente troppe.
Oggi ti sto scrivendo da Brighton (UK), sono le 5.43 del mattino e mi sono svegliata in uno di quei bad mood che ogni tanto mi travolgono e che mi fanno pensare tanto; a quello che sono e a quello che vorrei essere, mi fanno pensare al mio lavoro e a come vorrei evolverlo e come potergli dargli una nuova forma.
Il lavoro da libero professionista (e indistintamente di chiunque ami la propria carriera), è un eterno moto di incertezze, di ribaltamenti e di aggiustamenti per tentare di trovare la quadra giusta.
E le incertezze, quelle positive, che danno la spinta giusta per accendere nuove lampadine nella nostra mente, hanno molto a che fare con il tempo: ti basti pensare ad una parola in una lingua diversa che non conosci, ti servirà del tempo per capirne il significato: magari indovinandolo dal contesto di una conversazione o magari aprendo una di quelle noiosissime app di traduzione.
Qualunque metodo tu scelga di usare, servirà del tempo.
Per scoprire i tuoi significati, ti servirà del tempo.
Il tempo serve per quindi per imparare, per evolversi, per migliorare e anche per cambiare, e del tempo siamo sempre a corto, dai diciamocelo!
Siamo costantemente alla ricerca del tempo ma non riusciamo mai a trovarlo e, io ti giuro, ho guardato in ogni angolo, ma nulla…
Nel tempo che ho trascorso qui in Inghilterra, dove il tempo mi ha veramente travolto ho però capito una cosa, l’organizzazione è tutto.
Organizzazione per me significa:
- pianificare il pianificabile;
- prevedere alcuni dei possibili imprevisti;
- essere consapevoli e capaci di affrontare gli imprevisti (che sono sempre certi!).
E per quest’ultimo punto è proprio l’organizzazione ad essere salvifica.
In questo mese lontano dal mio studio ho dovuto fare i conti con l’imprevedibilità degli eventi, con orari e appuntamenti quotidiani non programmati in anticipo e con una nuova routine lavorativa e senza l’organizzazione fatta prima di partire e quella fatta in corso d’opera non sarei riuscita ad essere presente per i miei clienti.
Ho imparato che il tempo per fare tutto, se si conoscono bene le priorità – da distinguere dai doveri – si trova anche nei momenti più impegnati, nel lavoro così come nella vita.
Quindi, chiediti sempre: “Ora, quali sono le mie priorità?”
Le mie in questo mese e mezzo all’estero sono state:
- Godermi l’esperienza al massimo e visitare Brighton
- Imparare il più possibile / garantire la mia presenza ai clienti
- Riposare e mangiare scones
E le tue priorità? Quali sono ora?
Parliamone insieme!